monastero

Weekend in MONASTERO - Osserva con occhi di uomo le meraviglie di Dio.

Weekend in MONASTERO - Osserva con occhi di uomo le meraviglie di Dio.

Weekend in Monastero - 8-10.04.2016 e 6-8.05.2016

Osserva con occhi di uomo le meraviglie di Dio.
Il rapporto tra Creato, Natura e Uomo. L'importanza delle Piante Officinali nell'alimentazione, nelle cure e nella bellezza. 

Corso sull'importanza delle piante officinali nella salute, nella cura e nella bellezza. Con i Monaci Benedettini Silvestrini - Prof. Umberto Nardi.

La campana degli smarriti.

La campana degli smarriti.

Trovare poi unrifugio all’apertoe dormire alla diaccio comportava disagi e seri rischi. Ecco per tutti gli smarriti una saggia ed opportuna “invenzione” monastica: la campana degli smarriti! Quando calava il sole nei monasteri posti lungo i percorsi della francigena, il monaco campanaro di turno saliva sul campanile e, batacchio alla mano, faceva echeggiare i rintocchi tutto d’intorno. Il suono doveva durare a lungo, era il segnale di orientamento per gli smarriti. Quei rintocchi lenti e cadenzati consentivano di muoversi con sicurezza in direzione del monastero guidati da quel suono, e lì trovavano accoglienza, alloggio e vitto.

Il “rifugio” dei pellegrini.

Ai nostri giorni si torna a parlare di percorsi della francigena, di quei lunghi ed estenuanti pellegrinaggi penitenziali che nel Medio Evo conducevano i penitenti da tutta l’Europa verso Roma e verso Santiago di Compostela, i due luoghi, oltre Gerusalemme, dove si potevano lucrare speciali indulgenze e soprattutto espiare le colpe più gravi, quelle che originavano la scomunica. È stata questa l’occasione che ha incrementato l’urgenza di fornire tutti i monasteri e i conventi disseminati in quei percorsi, di spazzi di accoglienza. Così sono cresciute le foresterie monastiche, i migliori ripari di allora. Già nelle prime mappe rudimentali in uso ai pellegrini venivano indicate le tappe e i luoghi, quasi obbligati, dove poter sostare e trovare accoglienza per la notte. È stata questa la circostanza che ha trasformato i monasteri in “alberghi” speciali e quasi sempre gratuiti per i pellegrini: poter avere per la notte un luogo protetto, riscaldato, con un rude pagliericcio era a il massimo che si potesse avere a quei tempi. Talvolta la sosta si protraeva per più giorni. Dopo aver speso tante energie per giorni e giorni di cammino, in scomodi sentieri non sempre facilmente individuabili, al freddo o al caldo, tra le intemperie e i rischi di ogni giorno, far riposare corpo e anima diventava una urgentissima necessità: l’ambiente del monastero si prestava più che mai per questo recupero. Ai nostri giorni i percorsi della vita, i nostri pellegrinaggi, non sono meno faticosi di quelli dei pellegrini della francigena. Riemerge l’urgenza di offrire a tutti una sosta e un rifugio: ecco il nostro monastero, eccoci noi monaci! Pronti ad accogliervi con sincera fraternità.