Sussurri dal chiostro: Auguri dal chiostro: Buona Pasqua - Happy Easter - Bonne Fête de Pâques! 2016

Cristo risuscitato dai morti non muore più, la morte non ha più potere su di Lui...

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Versione WEB sul nostro sito:
http://sanvincenzo.silvestrini.org/pasqua2016/
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“Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui”. (Rm 6).

La morte, ci ricorda San Paolo, è la peggiore forma di schiavitù; si identifica con il peccato, in tutte le sue diverse forme, sia quello personale che sociale e collettivo. La schiavitù, il peccato e la morte assumono la peggiore e più rapida diffusione e più vasto contagio quando non sono più percepiti come mali da evitare e da respingere, ma vissute in una specie di narcosi generale, ridotte al livello della normalità o addirittura giustificate con leggi permissive e amorali. Così si sperimenta in crescendo come una inarrestabile ed inevitabile epidemica calamità, la passiva rassegnazione a tutte le diverse forme di schiavitù, di peccato e di morte. È una tristissima universale autocondanna al buio del sepolcro e ciò mentre il Dio della vita mai smette di diffondere e donare la gioia e l’energia buona dell’esistenza. Sottrarsi alla Pasqua, rinunciare alla risurrezione, dire no al dono della pace vuol dire, nelle sue inevitabili conseguenze, affermare e confermare nei fatti, la norma della violenza, la lege della vendetta, il perdere i valori sacri della vita, la grazia della misericordia e dichiarare la fine di tutto e di tutti nel baratro della morte. Ecco che puntualmente la Chiesa ancora una volta invita i credenti e non soltanto loro, a volgere lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto. Volgere lo sguardo innanzitutto al Figlio di Dio inchiodato alla croce, al martire divino, ma in Lui e con Lui, volgiamo lo sguardo a tutti i trafitti dal male, a tutte le vittime della violenza, a tutti i mali che ci affliggono: alla nostra povera umanità violentata e crocifissa. Volgere lo sguardo al Figlio di Dio immolato, per l’infinita potenzialità d’amore meritata per noi, può segnare per ognuno la via del ritorno, la strada luminosa della riconciliazione, la via sicura della pace. È la prodigiosa possibilità di una universale rinascita, di una divina ri-creazione, di un gioioso ritorno e di un felice passaggio. Tutto questo nonostante il dilagare delle forze del male, nonostante l’indebolimento della speranza, nonostante le nostre passive rassegnazioni. Pasqua può essere per tutti, come non augurarcelo, per opera della divina infinita misericordia, il gioioso transito dall’uomo vecchio al nuovo, dalla schiavitù alla piena libertà, dal dominio della morte alla risurrezione, dal chiuso di una tomba e dai limiti del tempo al pensiero della patria e della beata eternità e della vita senza fine. Ad una sola condizione: che la croce diventi per tutti la “cattedra di Dio”, la fonte di una sapienza nuova che sgorga incessantemente dalla novità del Cristo risorto. Dobbiamo dirci con la migliore convinzione che il bene, la bontà sono ancora possibili per ognuno: il buon Dio non si è stancato di noi: perché ci ha creati ci vuole come suoi figli ed è sempre pronto a correrci incontro per abbracciarci, per rivestirci della dignità di figli, per fare Pasqua con noi al banchetto della sua Mensa.
Auguri di ogni benedizione.

I Monaci Benedettini Silvestrini del Monastero san Vincenzo.
Bassano Romano 2016

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CINQUE PER MILLE PER IL NOSTRO MONASTERO (ONLUS GIOVANNI PAOLO II)
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Tutti conosciamo l'"OTTO PER MILLE", con il quale da anni, i fedeli sostengono la Chiesa Cattolica e le infinite Opere di carità che essa svolge in Italia e nel mondo delle missioni. Da alcuni anni, oltre all'8 per mille, i contribuenti possono sostenere anche altre opere ecclesiastiche come quelle del volontariato, delle organizzazioni non lucrative, associazioni e fondazioni. Il nostro Monastero, per le attività che svolge, è stato riconosciuto dal FISCO, come ente capace di ricevere questo tipo di detrazioni. Pertanto se vuoi, nella compilazione della dichiarazione dei redditi (compilazione del CUD; 730/740; UNICO) puoi destinare la quota del "CINQUE PER MILLE" in favore del Monastero.
ATTENZIONE: Se non verrà apposta nessuna firma nello spazio dedicato al "CINQUE PER MILLE" la quota verrà comunque detratta ma destinata alle attività gestite dallo Stato. Oltre alla firma del contribuente è obbligatorio il codice fiscale del nostro Monastero.

Monastero San Vincenzo Martire
Opera Giovanni Paolo II ONLUS
Bassano Romano
Codice fiscale nr. 80004470565

N.B.: I FONDI RACCOLTI CON IL 5/MILLE VERRANNO DESTINATI ALLE OPERE COLLEGATE AL NOSTRO NUOVO MONASTERO IN CONGO B. - AFRICA

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ORARI DELLE CELEBRAZIONI
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FERIALE: ore 6.15 Lodi - ore 12.15 Ora Media - ore 18.30 Messa Conventuale - ore 19.00 Vespro - ore 20.45 Compieta
FESTIVO: ore 6.30 Lodi - ore 8.30-10 Sante Messe - ore 12.15 Ora Media - ore 19.00 Vespro - ore 20.45 Compieta
Il Giovedì: L'adorazione Eucaristica dalle ore 17.00 e fino alla messa
L'ultimo martedì del mese: Celebrazione di Riparazione al Santo Volto di Cristo: ore 15.30 (16.30)

CONFESSIONI: Prima delle celebrazioni o campanella in chiesa tutti i giorni dalle 9-12 e dalle 15.30-18.00

TRIDUO SANTO:
Giovedì santo:
- Ore 17 In Cena Domini
- Ore 21 Veglia Eucaristia della Comunità
Venerdì santo: (digiuno e astinenza)
- Ore 8 Ufficio Letture - Lodi
- Ore 16 Liturgia della Passione
Sabato santo:
- Ore 8 Ufficio Letture e Lodi
- Ore 21.30 Veglia Pasquale
Domenica di Pasqua: Messe Ore: 8; 9; 10; 11

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PER INVIARE PREGHIERE
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http://liturgia.silvestrini.org/preghiere

I monaci si riuniscono in preghiera diverse volte al giorno. Praticano anche la preghiera personale, in privato. In tutti questi momenti presentano a Dio diverse intenzioni: della Chiesa, della Congregazione, le intenzioni affidate loro negli incontri spirituali con i pellegrini o con gli ospiti del Monastero. Da un po' di tempo ci sono arrivate richieste di preghiere tramite email. Abbiamo deciso di creare una pagina ed inserirle sul nostro sito. Se anche tu voi chiederci una preghiera secondo le tue intenzioni faccelo sapere tramite la posta elettronica: preghiere@silvestrini.org Grazie a questa pagina si è creato un "Gruppo di preghiera" sparso un po' per la Rete. Anche loro si uniscono con noi nelle intenzioni qui sotto indicate. Ed anche per tutte le persone che hanno preferito che le loro intenzioni non fossero inserite su questa pagina. Per questioni di privacy, dal 2008 le preghiere non vengono più riportate su questo sito, ma i monaci si impegnano ad affidarle comunque al Signore. Per ordinare le sante messe da celebrare nel nostro Santuario del Santo Volto: http://liturgia.silvestrini.org/speciali/16.html


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ALCUNI DEI SERVIZI OFFERTI
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* Puoi ricevere tutti i giorni nostra Liturgia direttamente alla tua casella email: http://liturgia.silvestrini.org/email.html
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Weekend in MONASTERO - Osserva con occhi di uomo le meraviglie di Dio.

Weekend in MONASTERO - Osserva con occhi di uomo le meraviglie di Dio.

Weekend in Monastero - 8-10.04.2016 e 6-8.05.2016

Osserva con occhi di uomo le meraviglie di Dio.
Il rapporto tra Creato, Natura e Uomo. L'importanza delle Piante Officinali nell'alimentazione, nelle cure e nella bellezza. 

Corso sull'importanza delle piante officinali nella salute, nella cura e nella bellezza. Con i Monaci Benedettini Silvestrini - Prof. Umberto Nardi.

Oggi la Vergine dà alla luce l'Eterno e la terra offre una grotta all'Inaccessibile.

Oggi la Vergine dà alla luce l'Eterno e la terra offre una grotta all'Inaccessibile.

Tramite la Nascita di Gesù Dio da rilievo al silenzio nell'adorazione, all'umiltà nel servizio, alla ricerca della Verità. Dio si fa Bambino e apre le braccia alle creature per far comprendere che si nasce, si vive e si muore per imparare ad amare: solo nell'amore si entra nel Regno, solo vivendo la Nascita di Cristo s'impara ad amare.

In monastero non si invecchia

Don Pietro, il monaco più giovane di tutti noi, ha quasi 97 anni! Sprizza ancora vitale energia e una gioiosa e quasi infantile vivacità che fa immediatamente dimenticare gli anni che ha e gli inevitabili acciacchi. Ad ogni ospite che incontra egli subito saluta, allarga, alza le braccia ed esplode in sonori versi poetici. Egli così eleva e trasfonde la speranza anche nei casi più difficili. È il suo modo di curare le ferite dell’anima, il suo stile di salmodiare e di dare lode al Signore, è la sua sincera partecipazione alla gioia e ai guai altrui. Don Pietro è un poeta, un poeta speciale; la poesia egli l’ha insita nel suo DNA. In ogni circostanza, ricorrenza lieto evento, anniversario di confratelli, di amici e di parenti mai manca la poesia augurale di Don Pietro. Le sue candide poesie tutte in rima, sono state raccolte in un bel libro dal titolo: “Sorrisi e Luce”. Chi vive così nella Lucee nel motivato interiore sorriso, sperimenta il prolungato ottimismo, nella serenità e nella pace del cuore non invecchia mai, aldilà di quanto possa dire l’età. Così il buon monaco proclama in modo inequivocabile, la bellezza della vita perché vissuta in Dio, afferma il grande dono della scelta religiosa spesa nella assoluta fedeltà al Signore in Monastero.

La campana degli smarriti.

La campana degli smarriti.

Trovare poi unrifugio all’apertoe dormire alla diaccio comportava disagi e seri rischi. Ecco per tutti gli smarriti una saggia ed opportuna “invenzione” monastica: la campana degli smarriti! Quando calava il sole nei monasteri posti lungo i percorsi della francigena, il monaco campanaro di turno saliva sul campanile e, batacchio alla mano, faceva echeggiare i rintocchi tutto d’intorno. Il suono doveva durare a lungo, era il segnale di orientamento per gli smarriti. Quei rintocchi lenti e cadenzati consentivano di muoversi con sicurezza in direzione del monastero guidati da quel suono, e lì trovavano accoglienza, alloggio e vitto.

Il “rifugio” dei pellegrini.

Ai nostri giorni si torna a parlare di percorsi della francigena, di quei lunghi ed estenuanti pellegrinaggi penitenziali che nel Medio Evo conducevano i penitenti da tutta l’Europa verso Roma e verso Santiago di Compostela, i due luoghi, oltre Gerusalemme, dove si potevano lucrare speciali indulgenze e soprattutto espiare le colpe più gravi, quelle che originavano la scomunica. È stata questa l’occasione che ha incrementato l’urgenza di fornire tutti i monasteri e i conventi disseminati in quei percorsi, di spazzi di accoglienza. Così sono cresciute le foresterie monastiche, i migliori ripari di allora. Già nelle prime mappe rudimentali in uso ai pellegrini venivano indicate le tappe e i luoghi, quasi obbligati, dove poter sostare e trovare accoglienza per la notte. È stata questa la circostanza che ha trasformato i monasteri in “alberghi” speciali e quasi sempre gratuiti per i pellegrini: poter avere per la notte un luogo protetto, riscaldato, con un rude pagliericcio era a il massimo che si potesse avere a quei tempi. Talvolta la sosta si protraeva per più giorni. Dopo aver speso tante energie per giorni e giorni di cammino, in scomodi sentieri non sempre facilmente individuabili, al freddo o al caldo, tra le intemperie e i rischi di ogni giorno, far riposare corpo e anima diventava una urgentissima necessità: l’ambiente del monastero si prestava più che mai per questo recupero. Ai nostri giorni i percorsi della vita, i nostri pellegrinaggi, non sono meno faticosi di quelli dei pellegrini della francigena. Riemerge l’urgenza di offrire a tutti una sosta e un rifugio: ecco il nostro monastero, eccoci noi monaci! Pronti ad accogliervi con sincera fraternità.

L’accoglienza, una invenzione monastica?

No, in forme diverse o un po’ dovunque nel mondo l’accoglienza, l’ospitalità sono state sempre praticate. San Benedetto e i monaci dopo di lui fino ai nostri giorni, hanno il merito di averla praticata con uno stile cristiano monastico. Il grande patriarca cosi scrive nella sua Regola nel capitolo che dedicaproprio all’accoglienza: “Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo e a tutti si renda il debito onore. Quindi, appena viene annunciato l'arrivo di un ospite, il superiore e i monaci gli vadano incontro, manifestandogli in tutti i modi il loro amore; per prima cosa preghino insieme e poi entrino in comunione con lui, scambiandosi la pace. adorando in loro, con il capo chino o il corpo prostrato a terra, lo stesso Cristo. Dopo questo primo ricevimento, gli ospiti siano condotti a pregare. Si legga all'ospite un passo della sacra Scrittura, per sua edificazione, e poi gli si usino tutte le attenzioni che può ispirare un fraterno e rispettoso senso di umanità”. È un bel cerimoniale, un rito ispirato dalla fede, che infonde subito un valore speciale, evangelico all’accoglienza monastica. Ai nostri giorni non pratichiamo più quel rito con i nostri ospiti, ci sentiamo però obbligati a conservarne il più possibile lo spirito, quello spirito che fa delle nostre foresterie monastiche degli “alberghi” molto speciali, non classificati con le stelle, ma apprezzati per i “modi” semplici, cordiali, fraterni, ispirati da un antico e sempre nuovo pensiero guida: in ogni volto, anche nel tuo, io scorgo un tratto del Volto di Cristo!